La nuova frontiera aziendale: il work-life balance

Trovare il giusto equilibro tra lavoro e vita quotidiana è la sfida di tutti i lavoratori del nostro secolo, in particolare delle nuove generazioni che risultano sensibili da un lato ai temi della sostenibilità, dall’altro a lavorare per aziende non totalizzanti, che lascino, anche con lo smartworking, spazio sufficiente per la vita privata. Una vera e propria rivoluzione, rispetto alla visione delle generazioni precedenti. La capacità e la possibilità di conciliare con successo lavoro, impegni familiari e vita personale è definito work-life balance, ormai scientificamente dimostrato essenziale per il benessere di tutti.

È comprovato infatti che orari di lavoro molto lunghi possono danneggiare la salute personale, compromettere la sicurezza e aumentare lo stress.

In base agli ultimi dati Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) risulta che Grecia, Estonia, Portogallo e Italia sono i Paesi dell’area europea dove si lavorano più ore alla settimana. In Svizzera, la percentuale di dipendenti con orari di lavoro molto lunghi è dello 0,4%, una percentuale molto inferiore alla media OCSE che conta, ad oggi, 37 Paesi membri. La Svizzera è inoltre uno dei Paesi con un minor tasso di disoccupazione rispetto agli altri Paesi europei. Alla fine del 2019 la disoccupazione si aggirava attorno al 2,5%, mentre nell’Unione Europea era al 6,2%.

Il work-life balance è una frontiera che non riguarda solo i lavoratori, ma anche per le aziende che vogliono migliorare i propri risultati. Infatti, un numero sempre maggiore di società sta avviando un modello organizzativo che mira alla promozione del benessere lavorativo mediante azioni e progetti volti a rendere i dipendenti non solo più felici, ma anche più produttivi.

UN’EVOLUZIONE ALL’AVANGUARDIA

Alla fine del 1800 la giornata lavorativa era mediamente di sedici ore, in un ciclo continuo sonno-lavoro. Circa un secolo dopo, nel 1902 venne approvata una legge che fissava a dodici ore massime la giornata lavorativa per le donne e i giovani fino ai 15 anni.

Ed è soltanto grazie al Regio Decreto n. 692 del 1923 che venne esteso a tutte le categorie il modello delle otto ore massime giornaliere e delle quarantotto settimanali.

Da allora sono passati molti anni e i bisogni stessi dei lavoratori sono cambiati. Soprattutto le nuove generazioni ricercano sempre più orari flessibili o forme alternative di prestazione professionale come il job sharing o il telelavoro.

Dall’edizione 2018 del Randstad Employer Brand è risultato evidente che il work-life balance ha un’importanza maggiore rispetto ad un salario elevato e a benefit vantaggiosi per oltre la metà dei lavoratori o aspiranti tali.

È dunque essenziale per tutte le aziende che desiderano rimanere al passo con i tempi chiedersi in che modo sia possibile coniugare l’impegno professionale e i bisogni personali dei propri dipendenti; questo non solo per andare incontro alle esigenze di quest’ultimi ma anche per incrementare la produttività aziendale.

Come affrontato nell’articolo “I guadagni di un ambiente lavorativo sano” LINK sono moltissimi i vantaggi per le aziende che investono nel benessere dei propri dipendenti.

Come afferma la responsabile Anna Zavaritt della comunicazione di Valore D, prima associazione di grandi imprese creata in Italia per sostenere la leadership femminile in azienda, per gestire al meglio un’aziendabisogna tener conto delle necessità delle varie risorse, mappando i bisogni dei propri dipendenti e raccogliendo i loro suggerimenti su come migliorare i processi lavorativi. Zavaritt afferma infatti che: “Il principale obiettivo dell’azienda dovrebbe essere dialogare con i collaboratori, verificare quali siano le loro reali esigenze e aspettative e costruire insieme risposte efficaci».

I BENEFICI PER LE AZIENDE

  • Orari di lavoro flessibili permettono di organizzare meglio la vita privata, contribuendo a creare un clima aziendale sereno, rendendo più efficiente il lavoro dei dipendenti. In questo modo, non solo si genera un circolo virtuoso di benessere, motivazione e performance, ma si dimostra vicinanza nei confronti dei collaboratori che si sentono valorizzati.
  • Smart Working, fortemente preso in considerazione dalle aziende durante l’emergenza Covid-19, ha un’influenza positiva soprattutto sulla vita privata dei dipendenti ed implica un risparmio notevole per il datore di lavoro.

Secondo lo studio dell’Osservatorio Smart Working, i vantaggi ottenibili dall’introduzione di questa formula lavorativa sono:

  1. Il miglioramento della produttività: si stima un incremento della produttività del 15%, in Italia è stimato intorno ai 13,7 miliardi di euro.
  2. Riduzione dell’assenteismo.
  3. Riduzione dei costi per gli spazi fisici.
  4. Benefici misurabili per l’ambiente
  • Welfare e Benefit favoriscono una maggiore produttività e motivazione sul posto di lavoro. A certificarlo è una ricerca della società internazionale di consulenza manageriale McKinsey & Company. Lo studio ha mostrato come, politiche rivolte al benessere dei dipendenti, permettano di ridurre le assenze e le malattie fino al 15% con un risparmio annuo di circa 1.350 euro per dipendente. Inoltre, permettono di pianificare meglio le giornate lavorative, aumentare di circa il 5% la produttività e diminuire i mesi di congedo per la maternità con rispettivo recupero di 1.200 euro per lavoratore.
  • La Formazione Aziendale ha un ruolo essenziale per l’accrescimento delle competenze tecniche e trasversali (Soft Skills) dei dipendenti, incrementa la motivazione e migliora la qualità e il rendimento del lavoro.
  • Opportunità di carriera trasparenti regolamentano la vita professionale: in questo modo il datore di lavoro riesce a valutare meglio il lavoro dei dipendenti e a comunicare meglio apprezzamenti e critiche.
  • Performance migliori direttamente conseguenti ad una diminuzione dello stress e ad un ambiente lavorativo più creativo e stimolante. Ognuno è chiamato a gestire il proprio lavoro in modo sempre più autonomo, garantendo al contempo il raggiungimento degli obiettivi professionali.
  • Un clima aziendale positivo accresce il senso di appartenenza, legando il lavoratore a lungo termine nel rispetto dei valori aziendali. Inoltre, valorizzare il work-life balance significa dimostrare fiducia, una componente essenziale per trattenere i talenti, migliorare i tassi di retention e incrementare la motivazione.

 

Il lavoro, quindi, non deve soffocare la vita privata e la vita privata non deve essere di ostacolo al lavoro: una buona carriera si costruisce sull’equilibrio. Un’azienda di successo si fonda sul lavoro di squadra dei propri dipendenti che evolvono nel tempo e nei bisogni. Il successo, quindi, consegue nell’evolvere con loro.

Alla fine, un'organizzaizone non è niente di più della capacità collettiva di tutte le persone che vi lavorano di creare valore.
Lou Gerstner

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